Probabilmente

E’ come una porta di servizio che uso quando voglio tirare fuori quello che ho tra i denti e non si tratta di giornali perchè :
1)non sono un cane
2)non ho padroni
3)non ho nessun rapporto con la carta stampata (dis)informativa.

Ma poi pensavo che ci sono momenti che potrei usare con una certa ilarità per non dare troppo nell’occhio dei cicloni. Non ho più l’età per gestire le tempeste ormonali.

Scalza

non è niente di speciale ma mi fa stare bene

Ho sognato un dittatore buono che imponeva un regime di amore e di pace poi stamattina mi sono svegliata ed era tutto calmo, come quando è tutto a posto oppure non c’è altro da fare. Bisogna aspettare.
Che si riveli la potenzialità di un cambiamento o un’abitudine imposta per resistere alla sopravvivenza e raggiungere la piena vitalità. Come in quei giochi che faccio con ex-CLB dove la mia vitalità soccombe abbastanza rapidamente ma poi per fortuna c’è il reload.
Ma nel gioco e nel sogno, la variabile è quantistica affermata. In questa è solo illusione realizzata. Le cose stanno così. Il reload è più determinante e potresti dimenticare la mia faccia e il mio modo di fare, che per quanto detesti ti hanno fatto pensare ai fiori, alle nuvole, alle stelle.
L’essenza a cui aspiro é di conoscere nel riconoscere cosa non ho approfondito per quell’orticaria da cui soffro da troppa vita, temendo di ricadere in bondage esistenziali che percorrono i confini appesantiti che ognuno ha.
A me piace altro, guardo i fiori e amo. Guardo le stelle e viaggio. Guardo le nuvole e sogno: un dittatore buono che impone un regime di amore e pace e un mondo di persone che si abitua a vivere, amare, sorridere.
Poi il dittatore se ne va. Ci sono altri pianeti da salvare.

Scalza

Corbezzoli e sdoganamenti

G. mi esorta giornalmente con parole di Y. Si va bene, sono tutte belle parole ma a me dell’esortazione importerebbe se fosse praticabile.

La praticità è uno degli aspetti fondamentali della vita. Ci sono cose pratiche ma non praticabili che praticamente diventano impratiche per accessibilità, non per funzionalità. Forse dipende dalla posizione. Ci sono effettivamente posizioni dove è difficile praticare la funzionalità.  A volte invece, la funzionalità c’è ma non arriva il risultato e così per una banale questione matematica si dice che quella posizione non funziona e non si pratica più. Però, l’esperienza, che è padrona della collaborazione intellettiva degli esseri con-senzienti, dice “se provi a variare gli addendi e deduci l’integrale della funzionalità algebrica di due monomi semplici, le parti letterali possono essere risolte dalla naturalità di un numero”.

Generalmente primo.

Scalza

Quando le stelle non parlano più


 

Che ne sapevo dell’umanità quando sono arrivata qui che anche adesso che ci sono, che ne so. Quante cose ho imparato, ascoltato, detto e insegnato. Per quel dovere di cronaca che si ripercuote in un desiderio di esserci un po’ di più, soprattutto quando ti sembra che le notti non siano più le stesse perchè non vedi più quelle stelle che erano così belle dietro i vetri di una finestra di una casa piccola. Ma che odorava di buono, come certi abbracci, certi sogni che si fanno anche ad occhi aperti, quando tutto intorno si muove senza di te. Tu sei fermo a guardare il via vai, quelli che tornano e quelli che se ne vanno via. Dicendo cose che si capisce da sè, hanno il valore di momenti che poi s’infrangono e sparpagliano quel che resta dell’identità.
Che ne sapevo dell’umanità quando ho detto, fatto e pensato. Se l’avessi saputo, forse sarei rimasta a raccontare le mie storie in angoli di dimensioni che fragili restano appese al mondo come la rugiada su un filo d’erba che vorrebbe restare sempre così. In quel legame fatto di equilibri instabili come quelli che vivono in me.

Scalza sempre

Teorizzazione dell’aggregazione sociale

Non tutte le ipotesi sono sperimentabili, molte praticità si perdono.

Ieri mi sono accorta che troppo spesso si interpreta anzichè ascoltare, questo è diventato un difetto di cognizione che ci costerà un impoverimento concettuale.
Vorrei che l’assenza personale rendesse quei concetti che affido all’oceano informativo più densi di prospettiva anche quando frivoli.
La condizione è condizionale all’esistenza di una capacità, di un’intelligenza, di una sensibilità. Per questo lavoro con gravità terrestre sulla possibilità di una comunicazione autoportante.

Guardando la rapidità con cui le superfici invandono gli spazi, molto probabilmente non resterà che il tempo di un saluto, di un arrivederci. Gli addii sono liberatorie non accolte dall’integrità strutturale dell’essere ma illusorie condizioni mentali in cui a volte si incede per orgoglio e difficoltà.

Grazie.

Scalza

Sorprendevoli di nientevolezza (I like so)

A volte trovi le cose dove meno te lo aspetti. Come E. che ha conosciuto S. mentre pattinava con un altro o R. che ha trovato l’anello che aveva perso, in un cinema sulla mano di un’altra donna che però non era lei.

Mi sorprende l’indelebile questione dell’appartenenza che se manca di proprietà intrinseca svanisce come il mal di testa quando sai che è ragionevole di scusabili distanze che vuoi mantenere per avere del tempo solo per te, per i tuoi sogni e per la tua indefinibile identità.

Tuttavia il tempo del ritrovabile arriva come arrivano i saldi a fine stagione e le pioggie a fine estate per riportare temperature sopportabili e ritmi più abitudinari che ti adagiano come il cielo sull’orizzonte, in un posto giusto per te, perchè verticali va bene solo se c’è una tensione che ti supporta. Ma ogni tensione va via, nel tempo resta solo quello che è.

Scalza